Puccettino
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Barbablu • Enrichetto • Le Fate • Il Gatto con gli Stivali • I Desideri Inutili • Pelle d'Asino • La Bella Addormentata nel Bosco |
Puccettino |
C'era una volta un
taglialegna e una taglialegna, i quali avevano sette figliuoli, tutti
maschi: il maggiore aveva dieci anni, il minore sette. Farà forse caso
di vedere come un taglialegna avesse avuto tanti figliuoli in così poco
tempo: ma egli è, che la sua moglie era svelta nelle sue cose, e quando
ci si metteva, non faceva meno di due figliuoli alla volta. E perché
erano molto poveri, i sette ragazzi davano loro un gran pensiero, per la
ragione che nessuno di essi era in grado di guadagnarsi il pane. La cosa
che maggiormente li tormentava, era che il minore veniva su delicato e
non parlava mai: e questo che era un segno manifesto di bontà del suo
carattere, lo scambiavano per un segno di stupidaggine. Il ragazzo era
minuto di persona; e quando venne al mondo, non passava la grossezza di
un dito pollice; per cui lo chiamarono Puccettino. Capitò un'annata
molto trista, nella quale la carestia fu così grande, che quella povera
gente risolvettero di disfarsi de' loro figliuoli. |
Entrarono dentro
una foresta foltissima, dove alla distanza di due passi non c'era modo
di vedersi l'uno coll'altro. Il taglialegna si messe a tagliar legne, e
i ragazzi a raccogliere delle frasche per far dei fastelli. Il padre e
la madre, vedendoli intenti al lavoro, si allontanarono adagio adagio,
finché se la svignarono per un viottolo fuori di mano. Quando i ragazzi
si videro soli, si misero a strillare e a piangere forte forte.
Puccettino li lasciò berciare, essendo sicuro che a ogni modo sarebbero
tornati a casa; perché egli, strada facendo, aveva lasciato cadere lungo
la via i sassolini bianchi che s'era messi nella tasca. "Non abbiate
paura di nulla, fratelli miei", disse loro, "il babbo e la mamma ci
hanno lasciati qui soli; ma io vi rimenerò a casa: venitemi dietro."
Essi infatti lo seguirono, ed egli li menò per la stessa strada che
avevano fatta, andando al bosco. Da principio non ebbero coraggi
d'entrarvi: e si misero in orecchio alla porta di casa per sentire
quello che dicevano fra loro, il padre e la madre. |
Quella buona gente
era tutta contenta di rivedere i figliuoli in casa; ma la contentezza
durò finché durarono i dieci scudi. Quando questi finirono, tornarono al
sicutera delle miserie, e allor decisero di smarrirli daccapo; e per
andare sul sicuro, pensarono di condurli molto più lontani della prima
volta. Peraltro di questa cosa non poterono parlarne con tanta
segretezza, che Puccettino non sentisse tutto; il quale pensò di
cavarsene fuori col solito ripiego: se non che, quantunque si alzasse
sul far del giorno per andare in cerca di sassolini bianchi, rimase
proprio come quello, e non poté far nulla, perché trovò l'uscio di casa
serrato a doppia mandata. Egli non sapeva davvero che cosa stillarsi,
quando ecco che la madre dette a ciascuno di loro un pezzo di pane per
colazione. Allora gli venne in capo che di quel pane avrebbe potuto
servirsene, invece dei sassolini, seminando i minuzzoli lungo la strada
per dove sarebbero passati. E si messe il pane in tasca. |
Arrivarono
finalmente alla casa dove si vedeva questo lume: non senza provare delle
grandi strette al cuore, perché di tanto in tanto lo perdevano di vista,
segnatamente quando camminavano in qualche pianura molto bassa.
Picchiarono a una porta: una buona donna venne loro ad aprire, e domandò
loro che cosa volevano. Puccettino disse che erano poveri ragazzi che
s'erano spersi nella foresta, e che chiedevano da dormire per amor
d'Iddio. La donna, vedendoli tutti così carini, si messe a piangere, e
disse: "Ohimè! poveri miei figliuoli, dove siete mai capitati? Ma non
sapete che questa è la casa dell'Orco che mangia tutti i bambini?". "Ah,
signora", rispose Puccettino, il quale tremava come una foglia, e così i
suoi fratelli. "Che cosa volete che facciamo? Se non ci pigliate in
casa, è sicuro che i lupi stanotte ci mangeranno. E in tal caso, è
meglio che ci mangi questo signore. Forse se voi lo pregate, potrebbe
darsi che avesse compassione di noi." La moglie dell'Orco, sperando di
poterli nascondere a suo marito fino alla mattina dopo, li lasciò
entrare e li menò a riscaldarsi intorno a un buon fuoco, dove girava
sullo spiede un montone tutt'intero, che doveva servire per la cena
dell'Orco. |
E ne aveva già
agguantato uno, quando la moglie gli disse: "Che ne volete voi fare a
quest'ora? non sarebbe meglio aspettare a domani?". "Chetati, te!",
riprese l'Orco. "Così saranno più frolli." "Ma ve ne avanza ancora tanta
della carne! C'è qui un vitello, un montone e un mezzo maiale..." "Hai
ragione", disse l'Orco, "rimpinzali dunque per bene, perché non abbiano
a smagrire, e portali a letto." Quella buona donna, fuor di sé dalla
contentezza, dette loro da cena: ma essi non poterono mangiare a cagione
della gran paura che avevano addosso. In quanto all'Orco, ricominciò a
bere, soddisfattissimo di aver trovato di che regalare ai suoi amici.
Vuotò una dozzina di bicchieri di più del solito, finché il vino gli die'
al capo e fu obbligato ad andare a letto. |
L'Orco sentendo la
corona d'oro, disse: "Ora la facevo bella davvero! Si vede proprio che
ieri sera ne ho bevuto mezzo dito di più". Allora andò all'altro letto,
e avendo sentito i berretti dei ragazzi: "Eccoli", disse, "questi
monellacci! Lavoriamo di fine". E nel dir così, senza esitare, tagliò la
gola alle sue sette figliuole. Contentissimo del fatto suo, andò di
nuovo a coricarsi accanto alla moglie. Appena che Puccettino sentì
l'Orco che russava, svegliò i suoi fratelli e disse loro di vestirsi
subito e di seguirlo. Scesero in punta di piedi nel giardino e
scavalcarono il muro. Corsero a gambe quasi tutta la notte, tremando
come foglie, e senza sapere dove andavano. Quando l'Orco si svegliò,
disse alla moglie: "Và un pò a vestire quei monelli di ieri sera".
L'Orchessa restò molto meravigliata della bontà insolita di suo marito,
e non le passò neanche dalla mente che per vestirli egli volesse
intendere un'altra cosa, credendo in buona fede di doverli andare a
vestire. Salì dunque di sopra, e rimase senza fiato in corpo, vedendo le
sue sette figliuole scannate e immerse nel proprio sangue. Cominciò
subito dallo svenirsi, essendo questo il primo espediente, a cui in
simili casi ricorrono tutte le donne. L'Orco, temendo che la moglie non
mettesse troppo tempo a far quello che le aveva ordinato, salì di sopra
anche lui per darle una mano; e non rimase meno sconcertato alla vista
di quello spettacolo orrendo. "Ah! che ho mai fatto?", gridò. "Ma quei
disgraziati me la pagheranno, e subito!" E senza mettere tempo in mezzo,
gettò una brocca d'acqua sul naso della moglie, e così avendola fatta
tornare in sé: "Dammi subito", disse, "i miei stivali di sette
chilometri, perché io li voglio raggiungere". |
Puccettino intanto
si avvicinò all'Orco: gli levò adagino gli stivali, e se l'infilò per
sé. Questi stivali erano molto grandi e molto larghi, ma perché eran
fatati, avevano la virtù d'ingrandirsi e di rimpicciolirsi, secondo la
gamba di chi li calzava: per cui, gli tornavano precisi, come se fossero
stati fatti per il suo piede. Eglì andò di carriera alla casa dell'Orco,
dove trovò la moglie che piangeva per le figlie uccise. "Vostro marito",
le disse Puccettino, "si trova in un gran pericolo: è cascato fra le
mani di una banda di assassini, che hanno giurato di ucciderlo, se non
consegna loro tutto il suo oro e il suo argento. Mentre gli stavano col
pugnale alla gola, esso mi ha visto, e mi ha pregato di venir qui per
avvertirvi della sua trista condizione e per invitarvi a darmi tutto
quello che egli possiede di prezioso, senza ritenervi nulla, perché caso
diverso, lo uccideranno senz'ombra di misericordia. E siccome il tempo
stringe, egli ha voluto che prendessi i suoi stivali di sette
chilometri, come vedete, e non solo perché mi spicciassi, ma anche
perché possiate accertarvi che non sono un imbroglione." La buona donna,
tutta spaventata, gli diede ogni cosa che aveva; perché l'Orco, in fin
dei conti, era un buon marito, quantunque fosse ghiotto di bambini.
Puccettino, col carico addosso di tutte le ricchezze dell'Orco, tornò a
casa del padre, dove fu accolto con grandissima festa. |
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