Barbablu tornò dal suo viaggio quella sera stessa,
raccontando che per la strada aveva ricevuto lettere, dove
gli dicevano che l'affare, per il quale si era dovuto
muovere da casa, era stato bell'e accomodato e in modo
vantaggioso per lui. La moglie fece tutto quello che poté
per dargli ad intendere che era oltremodo contenta del suo
sollecito ritorno. Il giorno dipoi il marito le richiese le
chiavi: ed ella gliele consegnò: ma la sua mano tremava
tanto, che esso poté indovinare senza fatica tutto
l'accaduto. "Come va", diss'egli, "che fra tutte queste
chiavi non ci trovo quella della stanzina?" "Si vede", ella
rispose, "che l'avrò lasciata di sopra, sul mio tavolino."
"Badate bene", disse Barbablu, "che la voglio subito."
Riuscito inutile ogni pretesto per traccheggiare, convenne
portar la chiave. Barbablu, dopo averci messo sopra gli
occhi, domandò alla moglie: "Come mai su questa chiave c'è
del sangue?". "Non lo so davvero", rispose la povera donna,
più bianca della morte. "Ah! non lo sapete, eh!", replicò
Barbablu, "ma lo so ben io! Voi siete voluta entrare nella
stanzina. Ebbene, o signora: voi ci entrerete per sempre e
andrete a pigliar posto accanto a quelle altre donne, che
avete veduto là dentro."
Ella si gettò ai piedi di suo marito piangendo e chiedendo
perdono, con tutti i segni di un vero pentimento, dell'aver
disubbidito. Bella e addolorata com'era, avrebbe intenerito
un macigno: ma Barbablu aveva il cuore più duro del macigno.
"Bisogna morire, signora", diss'egli, "e subito." "Poiché mi
tocca a morire", ella rispose guardandolo con due occhi
tutti pieni di pianto, "datemi almeno il tempo di
raccomandarmi a Dio." "Vi accordo un mezzo quarto d'ora: non
un minuto di più", replicò il marito. Appena rimasta sola,
chiamò la sua sorella e le disse: "Anna", era questo il suo
nome, "Anna, sorella mia, ti prego, sali su in cima alla
torre per vedere se per caso arrivassero i miei fratelli; mi
hanno promesso che oggi sarebbero venuti a trovarmi; se li
vedi, fà loro segno, perché si affrettino a più non posso".
La sorella Anna salì in cima alla torre e la povera
sconsolata le gridava di tanto in tanto: "Anna, Anna,
sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?".