Quella sera era così stanco che, appena
si adagiò sul letto, s’addormentò come un sasso.
A mezzanotte in punto qualche cosa lo destò, era un rumore delicato, una
specie di bisbiglio che veniva dalla giara adoperata per conservare il
riso. Nel dormiveglia, Wu Dun considerò che dovevano esserci in giro dei
topi, ma dal momento che la giara era assolutamente vuota, non si mise
in apprensione, si girò dall’altra parte e riprese il sonno interrotto.
Il giorno seguente, all’alba, s’alzò, si guardò attorno e rimase
immobilizzato dal disorientamento: la giara era stracolma di riso e,
sopra il grand’accumulo luminoso, otto piccole tartarughe dorate
buttavano fuori della bocca, in continuazione, altri chicchi
abbaglianti.
Da quel giorno la vita di Wu Dun e di sua madre cambiò molto in meglio .
Ora c’era di che vivere perchè ogni notte le tartarughe ricolmavano la
giara, ma il bravo ragazzo, continuò in ugual modo ad andare tutti i
giorni sul pendio della montagna a vangare la terra dove un giorno
avrebbe cosparso di semi di granturco.
Nel villaggio viveva un altro ragazzo, di nome Shen Chang, un malandrino
e ozioso, che non aveva mai voluto saperne di lavorare in vita sua. Nel
momento in cui seppe ciò che era accaduto a Wu Dun, Shen Chang decise di
recarsi subito allo stagno dall’acqua color giada a lavarsi. Ci andò, ma
dal momento che non aveva mai fatto nulla di stancante, le sue mani
erano bianche e levigate, senza nemmeno l’ombra di un callo. Si lavò per
mezza giornata, ma nell’acqua non si manifestò nessuna tartaruga d’oro. |