Viola L
Appartiene
alla famiglia Violaceae, diffuso in Europa, nelle zone tropicali e in
America del nord, centrale e del sud.
Comprende circa
400 specie erbacee annuali o perenni e anche
suffruticose, alte da
10 a
20 cm, con fioriture primaverili, in svariati
colori e corolle dalla forma caratteristica, generalmente con l'inizio
della stagione calda, le piante interrompono la fioritura, stimolando la
produzione dei semi, concludendo il ciclo vegetativo.
Una delle specie più note è la viola del pensiero.
Viola del pensiero
viola
tricolor
Specie appartenente alla famiglia della violacee, la viola del pensiero
comprende diverse varietà, con una tavolozza ricchissima e molto
composita. Del resto, in questa viola priva di profumo, il colore gioca
un ruolo da vero protagonista. Di dimensioni più grandi rispetto a
quella comune, i petali della viola del pensiero regalano accostamenti
cromatici unici, con combinazioni molto varie e gradevolissime. La viola
del pensiero è una erbacea sempreverde, coltivata come annuale o
biennale secondo la varietà e altrettanto adatta al vaso e alla terra
piena. Non ama il caldo eccessivo e resiste abbastanza bene al freddo,
anche se, essendo a suo agio in climi temperati o mediterranei, teme le
gelate invernali. Si moltiplica tramite semi da piantare in primavera,
che vanno collocati in una posizione assolata o di ombra parziale,
scegliendo un terreno leggero, ricco di torba e fertile che deve essere
mantenuto costantemente umido. Specie nei periodi siccitosi, quindi, le
annaffiature devono essere regolari e abbondanti, sempre tenendo
presente, però, che, come tutte le viole anche quella del pensiero non
tollera i ristagni d’acqua. Concia a fiorire in primavera e prosegue
fino all’inizio dell’estate. Per favorire una fioritura abbondante è
consigliabile eliminare man mano i fiori ormai appassiti e le parti
della pianta danneggiate o secche.
La Viola del Pensiero fu uno dei simboli utilizzati durante l'Impero di
Napoleone dalle compagini dei sui sostenitori, che anche
clandestinamente sostenevano il proprio Imperatore; pare infatti che la
Viola del Pensiero fosse la parola d'ordine dagli stessi utilizzata. La
mitologia greca associa invece la Viola del Pensiero alla bellissima
ninfa Io, di cui si innamorò perdutamente Giove, che, proprio per
questo, fu trasformata per volere di Giunone in giovenca. Il significato
comunemente attribuito alla Viola del Pensiero è dunque quello di
riflessività e ricordo.
È un fiore che propizia l'amore, si narra infatti, che una freccia di
Cupido cadde su di una viola del pensiero.
Una leggenda narra che Zeus, che aveva dovuto trasformare una sua
amante, Io, in una giovenca, le aveva poi creato un fiore per nutrirsi,
la Viola mammola.
Una versione del mito di Attis narra che il giovane, che non poteva
sposarsi con l'amata principassa Atta, si evirò sotto un Pino e morì.
Dal suo sangue crebbero viole dai petali rosseggianti. Disperata per la
sua morte anche Atta si uccise e dal suo sangue crebbero altre Viole.
Il 22 marzo si celebrava il culto in nome di Attis nella Roma Imperiale.
Era il giorno della viola, infatti, si trasportava in processione un
tronco di pino adornato di Viole.
L'eroe della Viola è colui che si sacrifica per trasformarsi in questo
fiore.
Si narra che i cavalieri della tavola rotonda consultassero le Viole per
conoscere il loro destino.
La Viola del pensiero chiamata dai francesi "pensèe", divenne, nel
"sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, la chiave di tutta
la commedia.
Una piantina così minuta e lussureggiante evoca da sempre tanti
sentimenti.
La viola ha nel cuore di ognuno di noi un posto speciale, legato a
ricordi d'infanzia, ad antichi e nuovi amori, a semplici ma profonde
emozioni che danno sollievo all'anima.
Un sollievo che è anche fisico, date le proprietà terapeutiche della
pianta, nota come "conforto del cuore".
Molti sono i nomi con i quali è conosciuta. Il più curioso è certamente
quello di "suocera e nuora" per i colori contrastanti dei petali.
Per lo stesso motivo la Religione Cristiana ha visto nella viola il
simbolo della Trinità: i tre colori diversi rappresentano le tre persone
divine, separate ma indissolubili.
Nel linguaggio dei fiori il suo significato non poteva che essere "pensa
sempre a me, io penso a te".
Nella storia i bonapartisti ne fecero il loro simbolo, in
contrapposizione al giglio dei Borboni.
La caratteristica di fondere in un unico fiore tonalità cromatiche così
diverse ha fatto sì che la pianta, attraverso il nome di viola del
pensiero, fosse assimilata alla facoltà più alta dell'uomo, quella del
pensiero appunto, che media tra opposte passioni e tra tendenze
contraddittorie che agitano l'animo umano, raggiungendo con la
mediazione un equilibrio che li supera tutti.
Il significato della viola del pensiero è già tutto racchiuso nel suo
nome. E’ un fiore legato alla sfera degli affetti e della memoria e
indica la costanza e la reciprocità del ricordo. E’ gradevolissimo da
ricevere quanto da donare, perché attesta una stima e un affetto degni
di superare la prova più ardua: quella del tempo.
Viola Odorata o
Viola Mammola
I fiori
spontanei della primavera: la viola odorata o viola mammola
La viola odorata o viola mammola ha queste caratteristiche: i fiori sono
viola-bluastri o bianchi; lo sperone è lilla o viola pallido; il frutto
è una capsula pelosa e arrotondata che cade ancora chiusa sul terreno.
Alla base di ciascun picciolo fogliare peloso si sono due stipole
somiglianti a foglie, frangiate con peli, che fanno una glandola sulla
cima. Le foglie cuoriformi formano una rosetta basale dalla quale
nascono i fiori lungamente peduncolati. Fiorisce da Gennaio ad Aprile ed
è diffusa in tutta Italia.
Da millenni la fragranza di questo fiore evoca il profumo dell'amore.
Quale fiore di Afrodite, dea dell'amore, affascinò talmente i Greci che
essi ne fecero il simbolo di Atene. Oggi, l'olio distillato dai suoi
petali è usato quale aroma alimentare, nonché per ottenere una
dolcissima essenza chiamata parfait amour.
In tempi meno attenti all'igiene, i fiori di Viola odorata venivano
sparsi sui pavimenti di case e chiese per profumare l'area e nascondere
così l'odore di umido e di muffa, sebbene il profumo di questa violetta
si disperde nell'aria non appena lo si coglie. Ma proprio questa
caratteristica ne determinava l'uso: il fiore produce, infatti, anche
una sostanza detta ionina, che smorza il senso dell'odorato, cosicché
non solo svanisce il profumo di viola, ma anche ogni altro odore.
Potrete rendervene conto annusando una viola, finché non ne sentite più
il profumo; poi, tenetela un attimo lontano e riannusate: il profumo
ricomparirà fino a quando la ionina non eserciterà di nuovo la sua
efficace azione. La viola odorata è la più riconoscibile fra tutte le
viole spontanee, escluse quelle comunemente chiamate "viole del
pensiero" (Viole tricolor). E' sempre l'unica viola ad avere fiori
profumati ed è nota comunemente come "viola mammola".
Rappresenta il pudore e la modestia;
la sua corolla infatti si inchina davanti al sole per evitare la troppa
luce. Cantata dal Petrarca e da Shakespeare è stata oggetto di notevole
rivalutazione durante la Belle Epoque per il suo profumo delizioso.
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