Rosa
La rosa, della
famiglia delle Rosaceae, Il nome, secondo alcuni, deriverebbe dalla
parola sanscrita vrad o vrod, che significa flessibile. Secondo altri,
invece, il nome deriverebbe dalla parola celtica rhood o rhuud, che
significa rosso. Già nell'antichità la coltivazione della rosa era
diffusissima, sia come piante ornamentali che per le proprietà
officinali ed aromatiche con l'estrazione degli oli essenziali.
E' una pianta che comprende circa
150
specie, numerose
varietà con infiniti ibridi e cultivar, originarie dell'Europa e
dell'Asia, di altezza variabile da
20
cm a diversi metri,
comprende specie cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti,
arbusti e alberelli a fiore grande o piccolo, a mazzetti, pannocchie o
solitari, semplici o doppi, frutti ad achenio conutenuti in un falso
frutto (cinorrodo); le specie spontanee in Italia sono oltre
30
di cui ricordiamo
la R. canina la più comune, la R. gallica poco comune nelle brughiere e
luoghi sassosi, la R. glauca frequente sulle Alpi, la R. pendulina
comune sulle Alpi e l'Appennino settentrionale e la R. sempervirens.
Sono state le specie spontanee che hanno fornito nel passato le prime
varietà coltivate; come la R. canina arbusto con fiori semplici di
colore rosa-pallido e steli ricoperti di spine uncinate; e la R. gallica
di piccole dimensioni con rami poco spinosi, con fiori semplici color
rosa-intenso, che diedero origine a forme dal fiore doppio, non
rifiorenti.
Alla fine del
1700,
fu introdotta in Europa la R. semperflorens nota come Rosa del Bengala
dai fiori piccoli e riuniti in mazzetti, rifiorente, con varietà a fiore
semplice o semi-doppio di vari colori.
All'inizio del
1800
fu introdotta in Europa la R. indica var. fragrans nota col nome di Rosa
Tea originaria della Cina e nota anche come R. chinensis dai fiori doppi
e rifiorenti.
Dagli incroci tra R. gallica e R. indica var. fragrans si ottennero nel
1840
gli ibridi rifiorenti, che sostituirono rapidamente le varietà fino ad
allora coltivate, con fiori grandi, pieni, rami lunghi e forti con
grosse spine, rustiche, alcune varietà di questo gruppo vengono ancora
oggi coltivate, mentre le varietà meno rustiche poco resistenti al
freddo, con chioma troppo fitta e steli deboli non in grado di
sopportare il peso dei fiori, della R. indica fragrans furono presto
abbandonate.
Le varietà di R. indica incrociate con gli 'ibridi rifiorenti' diedero
vita a nuove varietà inserite nel gruppo degli Ibridi di Tea, piante
molto fiorifere rispetto agli 'ibridi rifiorenti', e più rustiche della
'rosa tea', con un portamento intermedio tra le specie d'origine; ancora
oggi vengono coltivate alcune varietà di questo gruppo, dai fiori molto
colorati con o senza profumo.
Sempre nei primi anni dell'Ottocento, da un incrocio occasionale tra R.
indica e R. gallica ebbe origine la R. borbonica, oggi praticamente
scomparsa, pianta vigorosa, rustica, con rami poco spinosi, fiori grandi
a forma appiattita, con petali più corti al centro.
Un bocciòlo di Rosa nel
1900
un floricoltore di Lione (tale Pernet Ducher) ottenne, incrociando gli
'ibridi rifiorenti' con la R. lutea, specie spontanea del medio-oriente,
arbusto dai fiori semplici di colore giallo, che sbocciano a giugno,
coltivato da secoli nel mediterraneo, un ibrido che riuniva le
caratteristiche delle specie originarie, con rami rifiorenti, lunghi e
vigorosi, molto spinosi, foglie lucenti e dentate, fiori non molto
grandi, doppi, di colore variabile tra il giallo e l'arancio,
incrociando questi ibridi di R. lutea con gli 'ibridi tea', si ottenne
un gruppo di rose denominate Ibridi di Lutea o R. pernetiana, ancora
oggi coltivati.
Non è certa invece l'origine delle Rose Polyantha cespugliose e di
modesto sviluppo, con fioritura durante tutto il periodo vegetativo,
probabilmente frutto di un incrocio occasionale tra la R. multiflora una
specie sarmentosa non rifiorente, originaria di Cina e Giappone, e gli
'ibridi tea'. Le rose polyantha hanno goduto di una notevole diffusione
nei giardini per aiuole e bordi, grazie all'abbondante e continua
fioritura.
Rosa var. Meillandina allevata in vaso di terracotta. Le varietà di 'rose
sarmentose' derivate dalla R. multiflora hanno mantenuto il carattere
non rifiorente della specie originaria, sono piante forti, decorative,
con abbondante fioritura, fiori piccoli, doppi, riuniti in mazzetti che
ricoprono totalmente i rami, particolarmente sensibili all'oidio.
Molto simili sono gli ibridi originati dalla R. wichuraiana originaria
dell'estremo oriente, che si distinguono per il fogliame più liscio e
brillante.
Dall'incrocio di questi ibridi con varietà a fiori grandi, si sono
ottenuti 'ibridi sarmentosi' a fiori grandi, talvolta profumati,
rifiorenti o meno, poco rustici, derivano dalle specie che hanno dato
origine alle rose cespugliose a fiori grandi, cioè la R. indica fragrans,
la R. lutea, la R. semperflorens, la R. gallica etc., da alcune varietà
di 'rose cespugliose' sono state selezionate 'rose sarmentose' con fiore
simile all'originale, che vengono chiamate Rose Climbing.
Sempre tra le 'rose sarmentose' citiamo quelle ottenute da Filippe
Noisette all'inizio del
1800
incrociando la R. muschata e la R. indica fragrans chiamate Rose
Noisette, sono piante vigorose, rifiorenti, sufficientemente rustiche,
con fiori profumati di medie dimensioni, spesso riuniti in vistosi
mazzi.
Da ultimo citiamo due specie originarie di Cina e Giappone: la R.
banksiae , sarmentosa, adatta alle zone con clima temperato, in quanto
resiste poco al gelo, ha lunghi rami ricurvi, ricoperti in primavera da
piccoli fiori profumati riuniti in mazzetti; e la R. rugosa,
caratterizzata da fusti con moltissime spine lunghe e sottili, piante
vigorose, a foglie composte da molte foglioline di colore verde
brillante superiormente, grigiastre sulla pagina inferiore, i fiori
semplici, semidoppi e doppi, a seconda della varietà, molto profumati..
Di straordinaria bellezza naturale, la rosa fu consacrata a Venere, la
dea dell'amore, dagli antichi Romani. Nella mitologia greca, Clori (o
Cloride), la dea dei fiori, diede origine alla prima rosa tramutando una
ninfa trovata senza vita allo scopo di preservarne tanta avvenenza.
Afrodite, la dea greca dell'amore, le attribuì parte della sua
appariscenza; Dioniso, dio dell'energia naturale, le regalò un profumo
indimenticabile; le tre Cariti, divinità della bellezza, le donarono
splendore, fascino e gioia; Zefiro, dio del vento di Ponente, soffiò tra
le nuvole per spazzarle via così Apollo, dio del sole, riuscì a fare
fiorire quella che fu subito designata come la ‘Regina dei fiori’.
Nel Cristianesimo, la rosa – il ‘Fiore della Madonna’ – fu di sovente
raffigurata nell’iconografia religiosa anche con i Santi e la tonalità
rossa fu adottata come simbolo del sangue versato dai martiri cristiani.
Secondo una leggenda popolare, in origine la rosa cresceva soltanto in
Paradiso ed era priva di aculei, ma questi comparvero sullo stelo quando
il fiore spuntò sulla Terra così che gli uomini ricordassero sempre i
peccati e la caduta dello stato di Grazia dopo che Adamo ed Eva furono
cacciati dall'Eden, mentre rimasero l’aspetto di straordinaria bellezza
e il profumo piacevole probabilmente per indurre a riflettere su tanto
splendore andato perduto. La Vergine Maria è, di conseguenza, la ‘Rosa
senza spine’, in quanto libera dal peccato originale.
Secondo una leggenda medievale, le prime rose apparvero miracolosamente
per salvare una fanciulla innocente condannata ingiustamente a morte sul
rogo. In seguito alle preghiere per ottenere la liberazione, le lingue
di fuoco si spensero, la legna che stava bruciando si tramutò in rose
rosse e quella ancora da ardere in rose bianche. Circolava anche
un’antica credenza secondo la quale esistevano in origine soltanto rose
bianche, ma diventarono per sempre di colore rosso, insanguinate dal
cuore di un usignolo trafitto dagli aculei della rosa di cui era
perdutamente innamorato: in preda alla passione, le si era avvicinato
troppo cantandole una canzone per assecondarla, invece di cinguettare.
La ‘rosa degli amanti’ è notoriamente in tutto il mondo quella rossa
che, nella mitologia, era il fiore sacro a Venere, la dea romana
dell'amore, e che è rimasta l’espressione immortale di romanticismo più
inconfondibile per dichiarare il sentimento di amore profondo e
appassionato a una persona speciale, soprattutto il giorno di San
Valentino. Regalate dai figli il giorno della ‘Festa della Mamma’ ancora
in vita, presso numerose culture antiche le rose rosse erano utilizzate
come decorazione nelle cerimonie nuziali e spesso per agghindare la
sposa, così che sono rimaste legate al matrimonio in alcuni Paesi come
simbolo di amore e di fedeltà. A seconda della sfumatura del rosso dei
petali, la rosa esprime emozioni diverse: quella intensa, sincero
rammarico e dolore; il carminio, le fantasie erotiche; il cardinale, una
fortissima attrazione; l’amaranto, il desiderio provato da lungo tempo;
quella accesa come fuoco, le fiamme della passione; il porpora, promette
solennemente amore eterno.
Dalla tonalità calda e vibrante come una fiammata di fuoco, la rosa
arancione trasmette un messaggio di energia e di entusiasmo, di orgoglio
e di fervore, ma anche di fascino, di intensa attrazione e di desiderio
appassionato quasi come le rose rosse.
La Rosa color pesca è un simbolo di modestia, che però esprime anche un
sincero apprezzamento e l’ottimismo per il futuro.
La Rosa gialla esprimeva gelosia, inganno, tradimento e infedeltà in
epoca vittoriana, mentre nella cultura moderna evidenzia sentimenti
puramente platonici: un’amicizia appagante, l’affetto, l’accoglienza, la
gioia del prendersi cura che riscalda il cuore trasmettendo il calore
del sole e il senso di esuberanza. Le rose dai petali gialli chiari
sfumati in rosa pallido sono un tradizionale simbolo di socialità,
dedicato anche all’amico sempre presente nei ricordi.
Una dozzina di rose bianche – considerate il ‘Fiore della Luce’ –
indicano purezza, castità, riservatezza, lealtà e rispetto. Associate al
nuovo inizio come tutti i fiori bianchi, rappresentano anche l'amore
giovanile, mentre in bocciolo indicano a una ragazza che è troppo
giovane per legarsi sentimentalmente. In alcune culture native americane
e in quella occidentale, è la ‘rosa della sposa’, simbolo di felicità
nella cerimonia nuziale tradizionale, mentre in Scozia il fiorire di una
rosa bianca in autunno è inteso preannuncio di un matrimonio precoce.
Nel Galles, le rose immacolate sono il simbolo del silenzio e
dell'innocenza, così spesso adornano le tombe dei bambini, mentre uno di
questi fiori è portato addosso dagli orfani nel giorno della ‘Festa
della Mamma’. Simbolo di umiltà, di riverenza e di spiritualità come
ogni fiore candido, le rose bianche rappresentavano la purezza della
Vergine – la ‘Rosa mistica in cielo’ – nell'Europa cristiana medievale.
Le rose dalla corolla sfumata dal bianco al verde – colore dell'armonia,
della fertilità, dell’opulenza che trasmette un senso di pace e di
tranquillità – sono il migliore augurio di una nuova vita prospera o
della ripresa in salute.
Spesso tra le più profumate, la Rosa di colore rosa – di grande stile,
eleganza, raffinatezza, signorilità – è un classico per trasmettere
emozioni amabili come l'ammirazione, la spensieratezza, la felicità, ma
anche la poesia di un amore innocente. Tra le numerose varianti, la
tonalità rosa scuro esprime gratitudine, riconoscenza e apprezzamento;
quella chiara manifesta simpatia, gentilezza, dolcezza, amicizia,
innocenza; il rosa pallido è sinonimo di grazia e di gioia.
La Rosa lilla rivela l’incanto e la prima emozione d'amore, mentre
quella in tonalità lavanda o quasi viola esprime un senso di maestosità,
di splendore regale, ma anche l’amore a prima vista e il desiderio, pur
rimandando al simbolismo della magia, all’avvertimento di procedere con
cautela e discrezione.
Non presente allo stato naturale, ma ottenuta in modo artificiale, la
Rosa blu è considerata un fiore sfuggente che incarna il misterioso e il
desiderare l'irraggiungibile, compreso il fantasticare nella speranza di
prodigi, nuove opportunità e possibilità.
Le Rose rosso scurissimo tendente al nero trasmettono sensazioni di
addio e di morte, quindi sono dedicate ai defunti, ma segnalano anche la
fine di un sentimento, di una relazione amorosa o di un'idea, ma anche
l’aspirazione a un cambiamento significativo in futuro.
Un bouquet composto con Rose in diversi colori casuali dichiara
un’attrazione che potrebbe sfociare in un sentimento; in rosa e rosso
indica intenso romanticismo appassionato; in giallo e rosso trasmette
allegria e di felicità proiettate anche nel futuro; in rosso e bianco
esprime le intenzioni serie alla base di un innamoramento profondo, ma
anche l'unione e la comprensione su di un terreno comune. Questa
interpretazione risale a quando, nel
1485,
il re Enrico VII
creò in araldica la Rosa Tudor – una rosa bianca sormontata da una rossa
– per riunire gli emblemi delle famiglie inglesi di York e di Lancaster
alla fine della ‘Guerra delle Due Rose’, una sanguinosa lotta dinastica
che durava da trent’anni.
Una rosa è il simbolo della semplicità, ma anche dell'amore a prima
vista, se donata in occasione del primo appuntamento, mentre in piena
fioritura è una dichiarazione di persistente sentimento amoroso. Due
rose manifestano affetto, innamoramento, fidanzamento o promettono un
futuro matrimonio. Tre rose rappresentano il legame esistente tra una
coppia di innamorati e, per tradizione, celebrano l’anniversario di un
mese. Sei rose dichiarano di avvertire la mancanza dell’amata e il
coinvolgimento sentimentale a qualunque età, giovanile o matura. Sette
rose esprimono la presenza di un’infatuazione. Nove rose rappresentano
la volontà di rimanere per sempre legati alla propria partner. Dieci
rose attestano che la relazione amorosa è davvero perfetta. Una dozzina
di rose asseriscono di desiderare legarsi all’amata per tutta la vita,
per averla accanto soltanto per sé. Tredici rose dimostrano amicizia
all’infinito. Quindici rose rivelano il proprio dispiacere. Diciotto
rose sono inviate per scusarsi. Venti rose svelano la sincerità dei
sentimenti che si provano. Ventuno rose palesano la dedizione amorosa.
Due dozzine di rose esclamano di appartenere all’amata. Venticinque rose
presentano le congratulazioni. Tre dozzine di rose rendono manifesto di
sentirsi perdutamente innamorati. Quaranta rose attestano che il proprio
amore è autentico. Cinquanta rose palesano un sentimento amoroso
incondizionato. Un mazzo di rose aperte in fiore ringraziano con
riconoscenza.
|