Myosotis alpestris
Il suo nome deriva dal greco "Myos" e "ous", che significano
rispettivamente, topo ed orecchia. Le foglie raffigurano le sembianze di
un'orecchia di topo, della famiglia delle Boraginaceae, comprende circa
50 specie di erbe annuali o perenni, alcune conosciute anche come
nontiscordardimé e/o occhi della Madonna. sboccia in primavera sulla
cosiddetta ‘erba dell’amore’, una piantina che cresce in basso,
appartata e poco appariscente, in luoghi umidi e ombrosi, selvatica nei
boschi o coltivata nei giardini. Durante l’epoca vittoriana (1837-1901),
l’interpretazione del linguaggio dei fiori lo collegò alla fedeltà del
vero sentimento amoroso duraturo e indimenticabile, motivo per cui il
myosotis adornava l’abbigliamento delle donne innamorate.
I fiori disposti in cime di solito appaiate sono generalmente senza
brattee o qualche volta portano brattee nella parte inferiore. Il calice
è regolarmente diviso fino a metà o oltre, più o meno accrescente nel
frutto; è ispido per la presenza di peli setolosi tutti uguali e
uniformi, diritti, appressati e rivolti verso l'alto; oppure per la
presenza di peli ad uncino o di due tipi, alcuni setolosi, di solito
uncinati e più o meno patenti, altri più corti, esili, diritti o anche
arcuati. Rispetto al peduncolo, il calice, può essere articolato e
caduco o non articolato e persistente. La corolla rotata o
rotata-imbutiforme, ha il tubo generalmente corto, la fauce munita di
cinque gibbosità glandulose, bianche o gialle e generalmente incluse; il
lembo regolarmente diviso in cinque lobi, piano o leggermente concavo,
di solito blu (a volte può essere bianco, giallo o giallo e blu). Gli
stami sono generalmente inclusi, recanti ognuno una appendice lingulata
terminale; i filamenti sono inseriti a metà del tubo. Lo stilo è incluso
e porta uno stimma capitato. Le nucule sono quattro, ovoidi, erette più
o meno compresse, lisce e lucide, di colore che va dal bruno al nero,
spesso con un evidente margine (orlo); l'area di attacco di solito
piccola può presentare a volte un'appendice spugnosa o ligulata.
Questo genere è particolarmente diffuso nelle regioni temperate
dell'Europa e dell'Australia, ma è parimenti presente nelle regioni
temperate dell'Asia, Africa e America boreale.
In Italia è presente in tutte le regioni con un numero variabile di
specie.
Come suggerisce il nome, questo fiore celeste indurrebbe a non
dimenticare, ma addirittura alcune specie di Myosotis allo stato
selvatico attecchiscono e proliferano così tenacemente da essere
classificate come erbacce invasive. Dell’indurre alla rimembranza del
non ti scordar di me è leggendario che fosse convinto anche Enrico di
Bolingbroke (1367-1413),
duca di Lancaster – re Enrico
IV
d’Inghilterra dal
1399
fino alla morte – tanto che lo scelse come suo emblema personale a
partire dal periodo durante il quale si trovava in esilio (1398).
Sono numerose le leggende fiorite sull’origine del non ti scordar di me.
Il nome pare legato a una storia austriaca, occorsa lungo il Danubio:
due giovani stavano scambiandosi le promesse attraverso il simbolo di
questo fiore, ma lui cadde nel fiume vorticoso e, prima di morire, le
gridò appunto la famosa frase. E’ popolare la credenza che il primo di
questi fiorellini sia nato per intervento di Gesù Bambino che, seduto in
grembo alla Madonna, disse che desiderava che i propri occhi potessero
essere visti dalle generazioni future: sfiorò prima questi, poi il
terreno e apparve il non ti scordare di me.
In Germania circolava anche il mito di una pianta rimasta ancora senza
nome dopo che Dio, durante la Creazione, aveva finito di denominare
tutte le altre e se ne stava andando ma, dal basso, vicino ai suoi
piedi, udì provenire una voce che lamentava di non dimenticarsi di lei;
chinandosi, notò allora la piantina e le rispose che, visto che se ne
era scordato una volta, proprio per evitare che potesse risuccedere, il
suo nome sarebbe stato “Non ti scordar di me” ". In un'altra versione,
il fiorellino gridò “Non ti scordar di me” ad Adamo ed Eva che stavano
lasciando il Giardino dell'Eden dopo essere stati scacciati. Una
romantica leggenda medievale diffusa nella regione tedesca del Reno
tramanda la storia di un cavaliere che stava raccogliendo dei fiorellini
per la sua fidanzata sulla riva di un fiume, mentre stava passeggiando
con lei; egli però scivolò e cadde inesorabilmente in acqua per colpa
dell’armatura pesante ma, prima di annegare ed essere trascinato via
dalla corrente, riuscì a fare in tempo a lanciare il mazzetto di fiori
blu alla sua amata gridandole appunto “Non ti scordar di me”.
Il non ti scordar di me, è anche il simbolo del ricordo e della
memoria,dell’amore e della speranza è un fiore da riservare alle persone
più care, anche ai famigliari e agli amici di colui che è scomparso di
recente. Fiori di non ti scordar di me vengono esibiti addosso il primo
giorno di luglio di ogni anno a Terranova, in Canada, per commemorare i
connazionali caduti per la patria durante la Prima Guerra Mondiale e, in
particolare, nel corso della Battaglia della Somme combattuta in
Piccardia (Francia). Nella Germania del
15simo
secolo, chi indossava il fiore non sarebbe stato dimenticato dalla
propria amata; mentre le donne lo indossavano come segno di fedeltà.
Il nome "occhi della Madonna" potrebbero essere legati allo stesso
significato, cioè a quello di affidare, mediante il dono di questo
fiore, la persona cara in partenza alla benevolenza divina.
Il non-ti-scordar-di-me è stato adottato a livello internazionale come
fiore ufficiale della Festa dei nonni. |