Lavandula
officinalis
Appartiene alla famiglia delle Labiate, comprende circa
25-30
specie di piante, tra cui la lavanda. La pianta è originaria delle
regioni Mediterranee. Le specie del genere Lavandula sono diffuse nei
luoghi rupestri del bacino del Mar Mediterraneo. La derivazione
etimologica del nome non lascia dubbi e ricorda l'uso che i Romani
facevano di questa pianta: la usavano per profumare l'acqua dei bagni e
come detergente.
Il clima temperato è gradito alla lavanda, per cui la si trova allo
stato spontaneo in molte zone del Mediterraneo; il terreno ideale per la
sua coltivazione è asciutto e leggero, calcareo, non compatto.
Coltivare la lavanda non presenta difficoltà: l'unica attenzione va
posta nel drenaggio, che deve essere ottimo in quanto le radici di
queste piante temono i ristagni d'acqua. La coltivazione su terreni
scoscesi è ideale sia perché il decorso dell'acqua piovana è favorito,
sia perché le radici della lavanda contribuiscono a tenere fermi i
terreni che hanno tendenza a franare. La lavanda può essere coltivata
anche in vaso, purché all'aperto.
Tutte le varietà di lavanda amano il sole, una posizione aperta
risulterà utile per prevenire le infezioni da funghi.
I fusti della lavanda, elegantemente contorti, e legnosi dal secondo
anno di coltivazione, tendono a scortecciarsi sui rami più vecchi e a
prostrarsi.
Le foglie sono opposte, lineari, ricoperte da una fine peluria che
assume sfumature argentee sulle foglie vecchie, quasi bianche su quelle
giovani; anch'esse sono deliziosamente profumate, più o meno
intensamente a seconda delle varietà.
Tra le specie più note ricordiamo:
La Lavandula officinalis
è la vera lavanda, è un piccolo arbusto sempreverde e rustico, a
portamento eretto, che a maturità può essere alto oltre un metro e
spesso necessita di sostegni. Coltivata per il delizioso profumo delle
sue spighe fiorifere, ma decorativa anche per le fitte foglie argentee,
la lavanda, cresce spontanea nelle zone collinari, mentre al di sotto
dei 500
metri è diffusa la Lavandula spica, o spigo, che teme il freddo e
fiorisce circa un mese dopo. Fu Carl Von Linné a classificarla come
Lavandula Officinalis, nel 1753.
Il nome officinalis deriva dal fatto che la pianta possiede un blando
potere curativo dell'insonnia
Lavandula spica:
È la lavanda spigo (chiamata anche « lavanda maschio» o «grande
lavanda».
L'altro suo nome botanico è Lavandula latifolia, che vuol dire «a foglie
larghe». Le sue foglie sono larghe e vellutate. I suoi steli di
fioritura sono lunghi e possono presentare più spighe di fiori. La
lavanda spigo ama molto il clima caldo e i terreni calcarei secchi. Il
suo habitat si situa a partire da
600 metri d’altitudine. La sua
coltura non è più praticata in Francia.
Lavandula stoechas:
È la lavanda marittima.
Si sviluppa in terreno non calcareo (preferisce la presenza di silicio)
e la sua fioritura è precoce. Gli orticoltori la utilizzano per creare
degli ibridi come la «lavanda farfalla» per la decorazione dei giardini.
Di nessun interesse per la profumeria, a differenza delle precedenti
specie.
Lavandula hybrida :
All'epoca nella quale i falciatori andavano a cogliere le lavande
selvagge si cominciarono a notare delle piante più sviluppate delle
altre che chiamavano «lavanda grossa» o «lavanda bastarda»: si trattava
delle lavandine, nate dall'ibridazione spontanea fra la lavanda vera e
la lavanda spigo. Tale incrocio è dovuto agli insetti impollinatori, fra
i quali le api. Essendo un ibrido, la lavandina è sterile. La sua
riproduzione è realizzata tramite il metodo della talea. La tecnica
della talea si è imposta a partire dagli anni
1925-1930,
permettendo uno sviluppo rapido della coltura della lavandina. Esistono
numerose varietà di lavandina, le più diffuse sono: la Grosso, la Abrial
o la Super.
Il profumo della lavanda attira le api, che producono un ottimo miele
aromatico, mentre non piace alle zanzare che ne vengono infastidite: è
consigliabile dunque, nelle afose sere estive, frizionarsi con acqua di
lavanda per rinfrescarsi e nello stesso tempo evitare fastidiose
punture.
La Lavanda è conosciuta fin dai tempi più antichi per le sue proprietà
antisettiche, analgesiche, battericide, vasodilatatorie,
antinevralgiche, per i dolori muscolari ed è considerata un blando
sedativo. È l'olio eterico più utilizzato in profumeria.
Nel linguaggio dei fiori la Lavanda può avere due significati distinti e
contradditori tra loro.
Il primo significato si rifà ad un'antica tradizione che racconta che la
lavanda venisse usata nell'antichità contro i morsi dei serpenti e
raccomandavano di trofinarla sulle ferite dopo averla lasciata macerare
in acqua. Era quindi considerata un antidoto ma si diceva anche che
all'interno dei suoi cespugli i serpenti vi facessero il nido,
soprattutto gli aspidi, quindi i popoli antichi si avvicinavano ad essi
con grande cautela. Da questa credenza è derivato il suo significato nel
linguaggio dei fiori vale a dire "diffidenza".
Il secondo significato della Lavanda è legato invece a sentimenti più
miti e regalare della lavanda vorrebbe dire "il tuo ricordo è la mia
unica felicità".
|