Jasminum
I Gelsomini appartengono alla famiglia delle Oleacee è un genere di
piante (che include varie specie del gelsomino). Comprende circa
200
specie arbustive e
rampicanti alte fino a
4-6
metri, tra cui le più note e coltivate come piante ornamentali sono: il
Gelsomino comune (Jasminum officinale), il Gelsomino di Spagna (Jasminum
grandiflorum), il J. azoricum e il J. polyanthum; specie più rustiche a
fiore giallo e fioritura a fine inverno sui rami nudi, sono il J.
nudiflorum e il J. primulinum.
Le specie rampicanti con fioriture sfumate di rosa e lilla sulla pagina
inferiore dei petali, sono di notevole interesse decorativo.
La parola " Gelsomino" deriva dal persiano " yasamin" con la
sovrapposizione della parola " gelso ". Appartiene alla famiglia delle
Oleaccee, dai fiori stellati bianchi o gialli e molto profumati.
Comprende circa duecento specie arbustive. Il Gelsomino più noto è lo
Jasminus officinale. Altra specie rinomata è lo Jasminum umile.
In tedesco: der Jasmin. In inglese: the jasmine.
Aimè-Martin dice che il Gelsomino sembra essere stato creato
appositamente per servire l'emblema dell' amabilità e lo paragona alle
persone di carattere perfetto, che sembrano messe nella società per
arricchirla moralmente.
Il Gelsomino, originario del Malabar nelle Indie Orientali, fu importato
nell'Europa dai navigatori spagnoli in epoca non ben precisata fra il
1524
ed il 1528.
Ma in Italia sembra però che esistesse anche prima di quel tempo, e ne
fa prova una figura di tal fiore ben disegnata e colorita che si trova
nel Codice lasciatoci dal Rinio " Liber de Simplicibus" scritto nel
1415. Forse il Gelsomino ebbe nei suoi primi tempi la sorte comune con
tanti altri fiori, fu o poco conosciuto o poco apprezzato.
Il primo ad averne qualche esemplare fu Cosimo
I
de' Medici, detto
il "Gran diavolo": si invaghì tanto di questo fiorellino, che volendo
esserne l'unicopossessore, proibì severamente ai suoi giardinieri di
regalarne anche una sola pianta e di riprodurlo in molti esemplari.
L'ordine granducale fu scrupolosamente rispettato per molti anni e chi
sa per quanto tempo ancora il Gelsomino sarebbe rimasto proprietà
esclusiva dei Medici, se un caso fortuito non ne avesse agevolata la
propagazione. Un giovane giardiniere, volendo presentare un ricco e
gentil dono alla propria fidanzata nel giorno del suo onomastico, pensò
di offrirle un ramoscello di Gelsomino, e così fece. La giovane gradì
moltissimo: dolente che un così bello e raro fiore dovesse avvizzire
così presto, lo mise in terra per conservarlo fresco più lungamente.
Ottenne più di quanto sperasse. Il Gelsomino restò verde per tutto
l'anno e nella seguente primavera gettò nuovi germogli e nuovi fiori.
Assoggettato a miglior coltura si fece più robusto e diede rigogliosi
polloni che costituirono altrettante piante. Divenne il padre, se non di
tutti, almeno i buona parte dei Gelsomini che possediamo! Il ricavo
della vendita di queste pianticelle fu tanto cospicuo, che i poveri
amanti divennero ben presto sposi doviziosi e felici. Da quel tempo le
giovinette toscane usarono portare nel dì delle nozze un mazzetto di
gelsomini, in memoria di tale avvenimento. In Toscana ancora oggi si
dice che " ragazza degna di portare quel mazzolino è ricca abbastanza
per fare la fortuna del marito".
La coltivazione del Gelsomino è delle più facili. Qualunque terra gli
conviene, vegeta però meglio nei terreni leggeri e freschi ingrassati
con letame cavallino ben macerato. I geli, se intensi e prolungati,
possono uccidere i suoi rami, ma è raro che guastino le sue radici per
cui, avvenendo ciò, basta tagliare in primavera verso terra i suoi rami
per ottenere getti rigogliosissimi e riparare in soli due anni il danno
sofferto.
In certe zone d'Italia, specialmente il Liguria, si coltiva il gelsomino
per uso in profumeria.
Sono state ritrovate tracce antichissime di gelsomino in Egitto;
piccolissimi frammenti sono stati rilevati sulla mummia di un faraone
nella necropoli di Deir-el-Bahri. In Europa giunse forse dalle Indie.
In Toscana, nel
1500,
un nobile ne piantò uno splendido esemplare nel proprio giardino,
proibendo al proprio giardiniere di riprodurre quella pianta; la
fidanzata del giardiniere, disobbedendo all’ordine del Signore,ne rubò
un rametto, lo ripiantò; riuscì a riprodurre il gelsomino e iniziò a
venderne talee;in questo modo sì arricchì e riuscì a sposare il
fidanzato. Anche oggi in Toscana è tradizione per le spose aggiungere un
rametto di gelsomino al bouquet, affinché porti fortuna al futuro
marito.
Il gelsomino bianco è il fiore che per eccellenza, nel linguaggio dei
fiori, esprime amabilità e sensualità.
Il gelsomino giallo è simbolo di eleganza e grazia. In Spagna è
l’emblema della sensualità.
|