Garofano

 

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Il garofano (Dianthus L.) è un genere della famiglia delle Caryophyllaceae, originario delle zone temperate del Globo.
Il nome scientifico deriva dal greco e significa 'fiore degli dei'.
Il genere comprende oltre
300 specie di piante erbacee o sublegnose, annuali, biennali e perenni, originarie delle zone temperate del globo, di altezza tra i 25 e i 100 cm; hanno fusti angolosi e nodosi, foglie opposte lineari o lanceolate, molli e piane, rigide e caniculate; fiori isolati o geminati a volte a capolini, con calice tubuloso e cilindrico, corolla a 5 petali con una lunga unghia; il frutto è una capsula uniloculare portante numerosissimi semi. Tra le specie annuali più note citiamo, oltre al garofano comune (D. caryophyllus), con innumerevoli varietà a fiore doppio coltivate come annuali o biennali nella coltivazione industriale per la produzione del fiore reciso, il D. chinensis con fiori a mazzetti all'apice degli steli, con colori bianchi, rosa e rossi. Meritano una citazione inoltre il D. barbatus noto come garofano dei poeti, il D. superbus con i petali riccamente sfrangiati e il D. plumarius a fioritura primaverile dai colori bianchi e rosa, dall'intenso profumo.
Numerosi sono i significati attribuiti a questo fiore nel corso dei secoli. La mitologia lega il garofano alla Dea della caccia, Diana; si tramanda infatti che un giovane pastore innamorato follemente della Dea, sia stato dalla stessa prima sedotto e poi crudelmente abbandonato; dalle lacrime versate del giovane che morì per la passione si narra nacquero dei bellissimi fiori: i garofani. Nello stesso verso anche la tradizione cristiana riporta che dalle lacrime di Maria addolorata ai piedi della croce del Cristo nacquero dei garofani. Numerosi sono anche i poteri attribuiti agli infusi ricavati con l'essenza del fiore: toccasana contro i malanni e la febbre, sollievo per le sofferenze d'amore.
Apprezzato da secoli per la luminosità dei colori e per la lunga durata, il garofano dalla bellezza classica è un fiore che risulta immediatamente riconoscibile per i petali increspati e seghettati. Profumato e popolare ovunque come la rosa, è tra i fiori più noti e presenti al mondo in occasione di cerimonie e di festeggiamenti. Nativo nell'emisfero orientale, a crescita spontanea nel bacino del Mediterraneo, ripreso nell’arte decorativa greca e romana, il garofano è forse la pianta da più tempo coltivata a uso ornamentale. Nell’antichità, era considerato sacro a Zeus dai Greci ed era noto come il ‘fiore di Giove’ tra gli antichi Romani. Il termine scientifico greco ‘Dianthus’ designava, infatti, il ‘garofano’ come ‘fiore degli dei’ o, quale ‘incoronazione’, le ‘corone’, cioè le ghirlande di garofani offerte nelle antiche cerimonie sacre greche. Altre interpretazioni suggeriscono la derivazione dal latino ‘carnis’ (genitivo di ‘caro’, ‘carne’) riferito al colore rosato del garofano originale o da ‘incarnatio’ (‘incarnazione’), personificazione di Dio fattosi carne. Introdotto in Europa durante il Medioevo, fu inteso come il ‘fiore di Dio’, il Suo occhio onnipresente al quale nulla può sfuggire. Secondo una leggenda cristiana, sarebbe apparso per la prima volta sulla Terra dalle lacrime versate dalla Vergine Maria per la sofferenza di suo figlio Gesù che portava la Croce al Calvario prima di morire.
Per tradizione, il garofano rosso è celebrativo del primo anniversario di matrimonio. A seconda dell’intensità di rosso, varia il significato dei garofani da simbolo di ammirazione, di rispetto e di affetto a quello di desiderio, di sentimento di amore più profondo e devoto o sofferto. Un garofano rosso scarlatto era spesso infilato nell’asola del bavero della giacca del presidente degli Stati Uniti William McKinley, Governatore dell’Ohio, in carica dal
1897 fino all’attentato mortale da parte di un anarchico nel 1901. In memoria di McKinley, l’Ohio designò il garofano rosso fiore rappresentativo nazionale nel 1904. Il garofano rosso viene appuntato addosso da austriaci, italiani, ecc. in occasione della giornata del ‘Primo Maggio’ come emblema del movimento operaio; è anche il simbolo della ‘Rivoluzione dei Garofani’ da quando, il 25 aprile 1974, un colpo di Stato militare di sinistra compiuto senza armi, marciando attraverso Lisbona portando garofani rossi, portò la democrazia in Portogallo e l'indipendenza alle colonie africane portoghesi.
Nella pittura rinascimentale venivano ritratti gli sposi intenti a scambiarsi garofani bianchi durante il matrimonio come voto di fedeltà. I garofani bianchi sono rimasti tradizionali nei bouquet da sposa e negli addobbi nuziali a testimonianza dell’amore vero e devoto, come portafortuna augurante felicità mentre, nelle associazioni e nelle Confraternite, sono in segno di coraggio. Ma, in molte religioni, cuscinetti o corone di garofani bianchi hanno un uso ornamentale nei funerali come messaggio di pace e di tranquillità specialmente per l'anima innocente di un defunto giovanissimo. Nel
1907, il garofano bianco fu scelto da Anna Jarvis (1864-1948) – la promotrice della ‘Festa della Mamma’ – per celebrare la memoria e la preferenza di sua madre, mancata due anni prima. Nel 1914, il presidente Thomas Woodrow Wilson proclamò la seconda Domenica di maggio come festività nazionale dedicata alle mamme. In questa giornata,
In passato esistevano soltanto garofani in tonalità rosa pallido e pesca, invece oggi è possibile inviare un mazzo di garofani misti in differenti colori alludendo del fascino di una donna raffinata. Ogni colorazione rappresenta un messaggio diverso, ma la tinta unita è una risposta positiva a una domanda, mentre la striata indica un rifiuto, un rammarico o un rimpianto.
Fiori di garofano in tonalità non esistenti allo stato naturale forse erano già ottenuti dagli antichi Egizi immergendo lo stelo tagliato di fresco della varietà di colore bianco in acqua contenente coloranti alimentari. I garofani verdi così ottenuti assunsero una valenza sociale, nel corso dell’
800 e del ‘900, come portafortuna – essendo il verde il colore della buona sorte per tradizione – o come simbolo delle preferenze omosessuali. Spesso venne appuntato sul bavero dallo scrittore, poeta e drammaturgo irlandese Oscar Wilde (1854-1900) proprio per alimentare i pettegolezzi. Una satira su Wilde in relazione al poeta inglese Alfred Bruce Douglas, figlio del Marchese di Queensberry, comparve nel romanzo ‘Il Garofano Verde’ (pubblicato anonimo nel 1894) scritto dal giornalista e romanziere inglese Robert Smythe Hichens (1864-1950). Ritirato dal commercio l’anno seguente per non influenzare il processo intentato per ‘indecenza’ a Wilde, fu ripubblicato dal 1949. Della questione dell’accusa di omosessualità per la relazione con Douglas e della condanna a due anni di lavori forzati toccata a Wilde, trattò il film inglese ‘Il garofano verde’ (1960) diretto da Ken Hughes.
Nel linguaggio dei fiori vittoriano, il garofano è il ‘fiore dell’amore’ e dell’affetto, dei forti sentimenti e delle emozioni, dell’energia e della salute. Simbolo delle nascite in gennaio, del matrimonio in Cina, è folcloristico in Corea che i garofani rossi o rosa siano portati addosso nel giorno della ‘Festa dei Genitori’ (
8 maggio) e nella ‘Festa degli Insegnanti’ (15 maggio). Per tradizione, gli studenti dell’Università inglese di Oxford, portano un garofano bianco addosso in occasione del primo esame, rosa negli esami intermedi e rosso al conclusivo. il garofano bianco è spesso appuntato addosso da bambini e da adulti in onore della madre defunta, oppure rosso se ancora in vita. Questo fiore – in particolare di colore rosa – è rimasto tradizionale per la ‘Festa della Mamma’ quale simbolo del suo amore eterno. Il garofano rosa è, infatti, un messaggio di amore materno, felicità, gratitudine, ricordo onnipresente, amicizia. Il garofano giallo indica il provare rifiuto, disdegno, disprezzo, sconforto e delusione. Anche se di grande impatto estetico, i garofani viola sottolineano l’antipatia, la capricciosità, l’incostanza e l’inaffidabilità di chi li riceve; in Francia, sono tradizionali al funerale di una persona cara.