Edera

 

Torna a Linguaggio dei Fiori    Home

 

Hedera

Il genere Hedera della famiglia delle Apiaceae (già Araliaceae), comprende numerose specie, tra cui la comunissima Edera (Hedera helix), appartengono numerose specie di arbusti rampicanti, sempreverdi, diffusi nelle zone temperate dell'emisfero nord; H. helix Ha fusti sottili, semilegnosi, flessibili, che divengono legnosi con il passare degli anni; su tutta la lunghezza i fusti dell'edera sviluppano piccole radici, che si ancorano al supporto che sostiene la pianta, sia esso un albero o una parete. Le foglie hanno un lungo picciolo, sondi dimensione varia, a seconda della varietà, in genere lucide ed abbastanza rigide, portate da un lungo picciolo; i colori sono vari, dal verde scuro, al verde chiarissimo, con varietà dalle foglie variegate di giallo o di bianco; sono di forma trilobata o pentalobata, con lobi di forma varia, anche sulla medesima pianta. In genere i fusti fertili, ovvero quelli che producono fiori, presentano foglie scarsamente lobate, o anche ovali. In settembre-ottobre all'apice dei fusti produce infiorescenze sferiche, costituite da piccoli fiori verdi, seguiti da bacche scure. I frutti e le foglie di edera sono tossici se ingeriti, ma vengono utilizzati in erboristeria ed anche in farmacologia.
le piante di edera non temono il freddo e possono sopportare anche temperature molto rigide; in effetti però temono un poco il caldo e non amano ricevere il sole diretto; è quindi opportuno porre a dimora in luogo ombreggiato o semi ombreggiato, al riparo dalla luce per gran parte della giornata. Alcune varietà, con foglie piccole o a crescita lenta, possono essere utilizzate senza problemi anche come piante da appartamento.
L'edera era nell'antichità uno dei simboli di Dioniso. Una delle tante leggende racconta che l'edera comparve subito dopo la nascita del dio per proteggerlo dal fuoco che bruciava il corpo della madre in seguito ad un fulmine lanciato da Zeus. Per questo motivo i tebani avevano consacrato questa pianta a Dioniso e la chiamavano (perikiosos) avvolgitore di colonne".Al di là dei vari miti che si narrano su questa pianta, è interessante chiedersi come mai l'edera sia stata associata alla vite, l'altra pianta sacra al dio Dioniso. Una spiegazione la fornisce W. F. Otto (storico delle religioni e filologo) affermando che mentre la vite durante la stagione invernale giace come morta per rinascere con la primavera e l'estate dando il suo "succo infuocato", l'edera fiorisce in autunno dando i fiori in primavera. Inoltre mentre la vite ha bisogno di luce e calore, l'edera di ombra e di freddo per germogliare e fruttificare. Tutto questo per rappresentare il dualismo di Dioniso: luce ed oscurità, freddo e calore, vita e morte. Dioniso però era anche il dio dell'innocenza e della spensieratezza e all'edera, con la quale si cingeva il capo ed avvolgeva il suo bastone, veniva anche dato il significato di innocenza e innocuità. Da questo probabilmente è derivata l'usanza di appendere o rappresentare le osterie con un tralcio di edera a rappresentare l'innocenza e la non dannosità del vino. Dioniso era considerato anche il dio del trasporto amoroso oltre che mistico per cui l'edera bene lo rappresenta. Infatti nel vocabolario amoroso l'edera rappresenta la passione che spinge gli amati ad avvolgersi l'uno all'altra come fa l'edera sui tronchi degli alberi. In India infatti questa pianta è considerata il simbolo della concupiscenza. Un'altra credenza legata all'edera, nei paesi dell'Europa centrale e meridionale, è quella di usarla nei periodi natalizi assieme all'agrifoglio per adornare l'uscio delle case ed i camini per tenere lontani i folletti che durante tale periodo amavano fare scherzi.
L'edera non è in grado di sostenersi da sola e la sua vita dipende dagli alberi ai quali si aggrappa ed ai muri sui quali si arrampica, ma una volta che si attacca nulla riuscirà a strapparla via da qui il suo significato di fedeltà, amore ed amicizia costanti.