Camellia è un
genere delle Theaceae, originario della Cina e dal Giappone, dove ne
crescono moltissime varietà. In Europa le camelie furono importate da G.
J. Camel a partire dalla seconda metà del
1700.
Il nome deriva dal nome latinizzato del missionario gesuita Georg Joseph
Kamel (1661-1706),
farmacista e botanico, che per primo importò la pianta dal Giappone. Fu
Linneo a imporre questo nome. La camelia comprende oltre
80
specie di
piccoli alberi ed arbusti sempreverdi, rustici, originari dell'India,
della Cina e del Giappone. Il fogliame è di colore verde scuro, lucido,
leggermente cuoioso; durante i mesi freddi dell'anno producono numerosi
fiori abbastanza grandi che vengono suddivisi in vari gruppi a seconda
della forma (singoli, semidoppi, ad anemone, a peonia, doppi formali e
doppi irregolari). La più diffusamente coltivata è C. japonica, che
fiorisce da gennaio fino all'inizio della primavera, insieme a C. sasanqua, con fiori meno vistosi, che sbocciano in dicembre-gennaio.
Coltivate da centinaia di anni anche in Europa, esistono numerosissimi
ibridi. I fiori delle camelie hanno colore rosa o banco, ma esistono
alcune varietà a fiore rosso e pochissime varietà a fiore giallo; in
genere le piante di camelia alternano anni con fioriture eccezionali ad
anni con pochi fiori. Le camelie sono molto longeve, e con il passare
degli anni possono raggiungere dimensioni ragguardevoli, fino a
6-7
metri di altezza.
L’immagine della camelia, per lo più a fiore rosso, venne raffigurata su
dipinti e porcellane a partire dall’XI
secolo, ma
un testo cinese risalente alla dinastia Song (960-1279)
ne menziona una fioritura bianca. Il medico tedesco, naturalista e
viaggiatore, Engelbert Kaempfer (1651-1716)
pubblicò per primo una descrizione e l’illustrazione della pianta della
camelia giapponese nel testo ‘Amoenitatum exoticarum’ (1712)
e ne introdusse più di una ventina di varietà. La denominazione di
‘Camellia’ fu utilizzata per la prima volta dal medico naturalista
svedese Carl Nilsson Linnaeus (1707-1778),
noto come Linneo – il fondatore della classificazione scientifica
moderna degli organismi viventi – in onore di George Joseph Kamel, un
missionario gesuita tedesco pioniere nelle Filippine, deceduto a Manila
nel 1740.
Questi, in realtà, probabilmente non fu lo scopritore della camelia,
visto che non si recò mai al di fuori della nazione in cui operò ma, in
Europa, venne molto apprezzato un suo lavoro sulle piante orientali
pubblicato (1704)
in appendice all’Historia plantarum’ scritta dal noto botanico
britannico John Ray. Nel continente asiatico, a quanto pare, l’arbusto
cinese (Camellia sinesis) dai piccoli fiori bianchi fu conosciuto fin
dal 590
a. c. con il
nome di ‘tè selvatico’ o ‘tè delle montagne del sud’, ma il primo a
segnalarlo e descriverlo agli europei fu il medico tedesco Andreas
Cleyer, che si recò in Giappone tre volte tra il
1680
e il 1687.
Le prime notizie sulla cosiddetta ‘Thea chinensis’ in Inghilterra
vennero inoltrate alla Royal Society nel
1702
dal botanico James Petiver. Nella prima metà del ‘700,
l’inglese Lord Petre diventò pioniere nell’importare e coltivare piante
di ‘Camellia japonica’ rosse nella serra privata a Thorndon Hall, nell'Essex
(Regno Unito).
Vendute nel
1807 a un
vivaio americano come piante sempreverdi da ricovero, le camelie presto
furono invece coltivate all'aperto nei territori a sud. Il giudice
statunitense Arthur W. Solomon si appassionò così tanto alle camelie
che, nel
1937, si
imbarcò per la Francia per ritornare con
200
di queste piante da fare attecchire in giardino – in seguito diventato
famoso proprio per le fioriture – della dimora ‘Wellesly Manor’, che
divenne poi la sua residenza, a Grimbal’s Point, vicino a Savannah, in
Georgia. La popolarità della camelia negli Stati Uniti arrivò negli anni
‘40,
dopo che E. Manchester Boddy, il magnate proprietario del giornale Los
Angeles Daily News, iniziò a coltivarne degli esemplari nei giardini – i
‘Descanso Giardens’ in seguito ceduti alla Contea di Los Angeles – a La
Cañada Flintridge, in California, e si tenne la prima ‘Festa della
Camelia’ nello Stato, a Temple City, nel
1945.
Tuttavia, questa splendida pianta raggiunse grande popolarità soltanto
un secolo dopo, in seguito al successo del romanzo di Dumas, "La signora
delle camelie". Da allora, infatti, il fiore della camelia iniziò ad
essere usato come ornamento di scollature ed orli degli abiti delle
signore; Madame Chanel ha insegnato a portarla sui suoi tailler. Negli
anni '30,
la camelia era una pianta fondamentale e sempre presente nella maggior
parte dei giardini tardo-romantici di tutta l'Europa. Dalle foglie di
alcune varietà si ricava il tè. In Italia è coltivata soprattutto sulle
sponde del lago Maggiore. Nella tradizione cinese, i morbidi petali
dolcemente arrotondati della camelia sono simbolo di massima
raffinatezza, perfezione ed eccellenza per la loro posizione in
simmetria, oltre a esprimere l’attaccamento amoroso di lunga durata.
Incarnano anche l’essenza di una ragazza che ha scelto di affidarsi alla
protezione del giovane amato, rappresentato dal calice che supporta il
fiore. Petali e calice si distaccano insolitamente insieme dalla pianta
dopo che il fiore è appassito, invece di scivolare a terra un petalo
dopo l’altro, caratteristica per cui le camelie sono assunte, in Cina,
quali rappresentative dell’unione perfetta e della devozione eterna tra
innamorati, mentre si caricano del significato negativo di ‘vita
spezzata’ in Giappone. I giapponesi comunque apprezzano molto questa
pianta autoctona (‘Camellia japonica’, ‘Rosa del Giappone’) per i fiori
stracolmi di petali che si schiudono molto precoce nel tardo inverno. In
Corea, la fioritura prolungata per alcuni mesi della nativa camelia è
assunta a dimostrazione di persistenza dell’amore e della devozione,
così che di sovente è inserita nei bouquet e nelle decorazioni nuziali.
E’ quindi un fiore adatto ad essere regalato ai propri cari, suscita
grande effetto quando viene inviato da un ammiratore segreto, mentre
porge un messaggio di buona fortuna quando è donata a un uomo.
Le camelie sono simboli portafortuna anche nel Capodanno cinese e, in
questa occasione, vengono anche offerte agli dei, ma rappresentano anche
la primavera. E’ diffusa la credenza popolare secondo la quale le donne
cinesi non dovrebbero mai indossare una camelia tra i capelli: fiorendo
molto tempo dopo che la gemma si è formata, equivarrebbe a dover
aspettare a lungo di rimanere in stato di gravidanza. Ma in molte zone
della Cina, soprattutto nel sud-ovest, dove le camelie sono più
popolare, sono anche considerate il fiore adatto ai figli giovani di
entrambi i sessi.
Nel linguaggio dei fiori la camelia vuol dire perfetta bellezza e
superiorità non esibita; se regalata è segno di stima. A seconda del
colore, i fiori di camelia trasmettono un messaggio diverso: rosa
significa nostalgia e desiderio di ritrovarsi, mentre rosso dichiara che
il cuore è infiammato di passione, ma entrambi le tonalità rappresentano
l’amore romantico; variegata è simbolo di fiducia e speranza; bianco
testimonia profondo affetto, compreso quello che prova un genitore verso
il figlioletto, a fiore doppio segnala quanto si pensi a chi lo si
invia, semplice indica adorazione e bellezza.
Dai semi di Camellia si ricava un ottimo olio usato in cucina e cosmesi.
Anticamente in Giappone dal suo legno si ricavava carbone di ottima
qualità. |